| Cerco di distrarmi dall'insonnia con un mio intervento gratuito a notte fonda. Specifico, prima di stilare la mia personale classifica dei volumi, che ho riletto molti passaggi di ogni volume; poi, chiaramente, mi rendo conto che non è paragonabile ad una rilettura completa dell'intera saga. Procediamo con la classifica (prometto di fare il serio):
1) Memorie di ghiaccio Lo ritengo il volume più completo di tutti. I personaggi sono tridimensionali e risultano indimenticabili; la trama è robusta, gode di un arco narrativo ampio - dal punto di vista temporale - e si srotola con naturalezza nelle numerose storyline; il ritmo narrativo è calibrato alla perfezione, impreziosito da un climax narrativo costante. L'assedio di Capustan e la battaglia di Corallo non necessitano di presentazioni, ovviamente.
2) I cacciatori di ossa Riprende la struttura del terzo, preferendo meno filosofia e molta più azione. Si fa carico di dare profondità a due personaggi straripanti (Karsa Orlong ed Icarium), perfeziona un personaggio potenzialmente banale come Paran, irrobustisce le relazioni nel pantheon divino e risulta il crocevia definitivo della saga. Ah, Erikson aggira i nostri preconcetti di "battaglia" con la magnifica intuizione di Y'gathan e la fuga da Malaz City. Il finale, come quello del terzo, rasenta la perfezione.
3) I segugi dell'ombra Risulta il libro più introspettivo ed intimo dell'autore. Scritto in un periodo di forte destabilizzazione emotiva, l'opera tradisce una miriade di dubbi su tematiche forti - vedi la religione - e si avvale di Darujhistan per sondare l'oblio del lutto. Erikson pone domande a partire dalle sue sicurezze messe in bilico, le esprime capitolo dopo capitolo quasi fossero un mascherato flusso di coscienza ed infine si abbandona ad una soffusa speranza verso il domani. Forse è l'opera più sentita da parte sua.
4) Il dio Storpio Indimenticabile perché l'ultimo tassello, sicuramente latore di momenti epici e forte di un messaggio di fondo - la compassione come riscatto ultimo dell'umanità - che innalza l'opera da ogni punto di vista. Perde non poco, purtroppo, nella volontà di non risolvere alcuni nuclei narrativi. Per molti è stato un segno di coerenza, mentre per altri un atto di scarsa generosità. Io mi pongo nel mezzo.
5) Venti di morte Vado controcorrente e metto al quinto posto il tanto bistrattato settimo volume. Oltre ad essermi goduto una corposa sessione di intrighi politici (che di solito non digerisco), ho trovato interessante l'idea di distruggere il cliché della compagnia affiatata (Ruin, Kettle, Pedac, Udinaas, Clip, Fear...) e la stessa ideologia dell'eroe: Rhulad Sengar e Maschera Rossa incarnano, per motivi differenti, la fittizia invincibilità di chi detiene il potere.
6) La dimora fantasma Ho trovato interessante e prevedibile la storyline della Catena dei Cani, seppur il finale basterebbe a rendere grande qualsiasi altro libro fantasy; le mie attenzioni sono più rivolte al percorso verso Tremorlor e l'inesorabile nascita dell'Apocalisse. Ho trovato poco convincente la storyline di Kalam, a tratti un po' forzata e continuamente strattonata per esigenze narrative (finale escluso, non così banale come potrebbe apparire ad una prima lettura).
7) La casa delle catene Non lo aiuta l'eccessiva frammentarietà data dalle storyline, probabilmente numerose per essere un romanzo di transizione. Il fatto di doversi confrontare con un cliente scomodissimo (il terzo volume) lo ha messo un po' in ombra, ma nella rilettura spiccano la meravigliosa amicizia Trull/Onrack, l'esordio di Karsa Orlong, chicche sparse nel filone di Raraku e l'avvio di un gruppo di personaggi molto importanti. Tassello di saga valido e forse eccessivamente sottovalutato.
8) Maree di Mezzanotte Sicuramente l'autoconclusivo per antonomasia, un gioiello che può essere letto addirittura per primo e gode di un cambio d'ambientazione che lascia davvero spiazzati. Erikson sceglie un approccio molto più accessibile e lineare ed il risultato finale è quello di un romanzo estremamente godibile, per di più sbilanciato su riflessioni moderne davvero riuscite e meritevoli di esser lette e rilette. Lo posiziono abbastanza in basso perché i personaggi, poi amplificati in maniera totale in "Venti di morte", qui li ho trovati non tutti approfonditi bene (malino Brys e Hull Beddict).
9) La polvere dei sogni Potenzialmente devastante per almeno tre storyline - i sette letheri, gli Shake, i cacciatori di ossa - , all'atto pratico si annacqua un po' nell'eccessiva filosofia e dilata enormemente la lentezza nel tentativo di gestire tanta carne al fuoco, forse troppa. Mi rendo conto che fosse una macro-introduzione agli eventi di chiusura,ma si poteva limare un po' sul Serpente, i KCC e l'intera storyline dei Barghast (tenendo presente l'importanza di tutti e tre i filoni). Rimane un'ottima opera, ma forse è quella più debole di Erikson, complice le fisiologiche difficoltà derivanti dalla necessità di iniziare a chiudere certe parti
10) I giardini della luna Valido nelle idee di worldbuilding e nella forza di alcuni personaggi; abbastanza debole a livello di esposizione, troppo acerba e persino confusionaria nelle battute finali. Rimane affascinante l'ambizioso approccio sperimentale del medias res con pochissime info a disposizione, ma questo rallenta tremendamente la comprensione degli eventi e costringe il lettore a fare numerosi compromessi con la propria pazienza.
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