CITAZIONE (Itanep @ 23/7/2018, 09:30)
Come ti sembra come livello di inglese?
Forse c'è leggermente meno slang rispetto ai racconti di Erikson ma la grandezza del libro e la gran quantità di dettagli (le descrizioni a volte sono fin troppo approfondite) possono tranquillamente rendere la lettura pesante per chi non conosce bene l'Inglese.
Non che sia difficile seguire la trama generale ed i dialoghi, eh, quest'ultimi sono anche più semplici rispetto ad Erikson, però se non si è abbastanza preparati si rischia di perdere tempo a cercare sul dizionario parole poi nemmeno tanto utili perché usate per descrivere un trascurabile edificio di passaggio.
Diciamo che se si ha pazienza è possibile leggerlo e capirlo bene però io personalmente non lo consiglierei a chi ha difficoltà con l'Inglese non scolastico in generale, non come semplice svago, almeno.
Però magari sto esagerando solo perché ho avuto pessime insegnanti di Inglese a scuola, altri studenti forse hanno dovuto saperlo meglio di me già solo per diplomarsi.
Devo ancora leggere un intero romanzo di Erikson in lingua originale quindi non posso fare ulteriori confronti.
Tornando alla storia... ho letto fino alla fine del quarto capitolo.
Le cose davvero spoilerose le nasconderò con la funzione apposita.
Il pescatore mi intriga (giusto un pochino, devo ancora beccare i personaggi di Erikson memorabili fin dalla loro prima comparsa) e spero di capire effettivamente chi o cosa sia entro la fine del volume. Magari non è nulla di più di quello che appare, magari resterà come l'Anguilla una figura ambigua, però la sua presenza all'inizio di quasi ogni capitolo mi piace e scandisce bene il ritmo, mette ansia ricordandomi ogni volta che i rider si stanno avvicinando.
Dal punto di vista del worldbuilding il libro per ora mi appare abbastanza inutile (tranne alcune che inserirò sotto spoiler dopo).
Vero, mostra alcuni momenti storici importanti, però tutte cose già riportate indirettamente ai lettori nei libri pubblicati in precedenza. Per ora non ho beccato nessun plot twist, nessun retroscena imprevisto, solo un'esposizione più o meno ispirata di fatti che se hanno pathos non è grazie a questa storia.
Sono invece decisamente intrigato dall'insieme di personaggi...
legati al Canale dell'Ombra, come Oleg ed Edgewalker. Spero di scoprire qualcosa di utile su di loro e quello che ci gira attorno ma Esslemont potrebbe tranquillamente deludermi
Simpatiche alcune frasi, tipo "gli Artigli quando viaggiano sono sempre in missione" ma nessun passaggio davvero memorabile tranne uno, il discorso di Agayla a Kiska del terzo capitolo, quello sulla notte della Shadow Moon e sull'alba che arriva sempre, indipendentemente da chi vive e da chi muore. L'ho vista come una simpatica sintesi di uno dei temi ricorrenti di Malazan, ovvero che il tempo (e la vita) sono sempre in movimento, che il popolino (o almeno una parte di esso) esisterà sempre indipendentemente dalle epiche battaglie di divinità ed eroi. Una sorta di versione più scialba ed esplicita di quanto detto da Erikson nella saga principale.
I due protagonisti continuano a sembrarmi piatti ma come mezzo narrativo sono interessanti nella loro banalità. Per ora l'unico vero pregio di NoK per me è che rende in parte meglio rispetto ai romanzi di Erikson l'idea di "gente comune in mezzo a casini di portata epica". I due sono spesso impotenti, più spettatori che attori delle vicende, soprattutto Kiska.
Non che Erikson non abbia personaggi simili ma in questo caso quasi tutto il libro è visto attraverso i loro occhi, non quelli di un eroe o una divinità. Non sono nemmeno maghi, per dire!
Nel complesso quindi lo sto trovando un romanzo accettabile ma dimenticabile, senza cose in grado di innervosirmi ma nemmeno di eccitarmi sul serio.
Spero in qualche rivelazione o scena davvero epica nel finale.