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Rhulad Sengar è un personaggio eccelso

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-3ntr0p14-
view post Posted on 12/6/2016, 17:02     +1   -1




Ma infatti è proprio quello il punto: il giovane irruento e poco giudizioso che "deve" provare il proprio valore alla famiglia, ai fratelli, alla sua gente, che ottiene molto più di quanto potesse immaginare. È proprio l'immensita della maledizione della spada che lo fa sbarellare, il non riuscire a credere che la morte non è per lui il punto d'arrivo che sarebbe dovuto essere, come invece vale per tutti gli altri. E da lì si eclissa dalla ragione e dal mondo che lo circonda, vede ostilità e disinteresse negli altri, non coglie i tentativi di aiuto dei fratelli e di Udinaas, e agisce in maniera sempre più alienata dalla realtà, anchee se in fondo qualcosa rimane del Rhulad iniziale, ad agitarsi in un angolo della sua mente.
Come ho detto, l'unica pecca è l'eccessiva estremizzazione della cosa, che lo rende forse un po' troppo artificioso.
 
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Mornash
view post Posted on 13/6/2016, 19:20     -1   +1   -1




Non dico che sia un personaggio non venuto bene e come ha detto Taspache, Erikson non affronta determinati argomenti e ok, ci sta, ma proprio quello che intendo è che è stato fatto in maniera frettolosa anche non volendo affrontare l'argomento. Non so come avrebbe potuto farlo, ma descrive, o meglio fa descrivere ai personaggi, tutto il resto in maniera eccelsa.

Ad esempio,la vicenda di Seren Pedac anche se non è affrontata in maniera approfondita è comunque fatta molto bene e le sue emozioni si percepiscono bene... Quello che intedo...Sì, Udinaas sarò stato un ascoltatore passivo, ma come ha fatto a voler diventarlo, ok, sei uno schiavo e non puoi fare quello che vuoi, ma nel momento che Rhulad si risveglia, oltre all'attacco apoplettico che dovrebbe venirti, come puoi diventargli "amico"? Ma che vada a tal paese...proprio questo per me non è affrontato in maniera corretta. Poi ovvio, con l'andare della lettura intuisci tutto, ma comunque mi ha lasciato con l'amaro in bocca.
 
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-3ntr0p14-
view post Posted on 13/6/2016, 20:10     +1   -1




È un tratto tipico di Erikson in realtà. Molto spesso tralascia descrizioni dettagliate, non si lancia in spiegazioni esaustive per motivare avvenimenti o opinioni dei sui personaggi, ma preferisce piuttosto lasciare quell'alone di indefinito, di non specificato che è diventato uno dei suoi tratti distintivi. La sensazione che ne risulta, almeno per come la vedo io, è che il lettore "ragiona" e "motiva" queste scelte, opinioni o avvenimenti in maniera molto più personale. Il leitmotiv del ragionamento rimane, ma il percorso attraverso il quale si giunge a ciò risulta molto più personale, e leggermente diverso da lettore a lettore.
Al contrario, senza spoilerare, nella Kharkanas Trilogy i ragionamenti e i flussi di pensiero dei vari personaggi sono molto più dettagliati, e quindi c'è meno spazio alle sfumature che il lettore può decidere di dare a ciò che legge (nel bene e nel male).
 
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view post Posted on 13/6/2016, 20:22     +1   -1
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CITAZIONE (Mornash @ 13/6/2016, 20:20) 
... e come ha detto Taspache, Erikson non affronta determinati argomenti e ok ...

No io ho detto l'opposto e cioè che Erikson li affronta e li presenta anche bene, fin troppi ne presenta imho, ma che alcuni gli vengono meglio di altri, la medesima cosa che dicevo a proposito di Hull Beddict e della Mhybe, quel che sottolineavo è che nel tanto che mette nei libri non posso fargli nessuna accusa, per come la vedo io, su alcune mancanze o scarsi approfondimenti, ma Rhuland non è tra questi, è affrontato bene imho e più di cosi avrebbe levato spazio ad altri personaggi o ad altre storie nel libro.

mmm ... non so se riesco a spiegarmi ma per me lo spazio che da a Rhuland e come lo tratta è il giusto, approfondire ulteriormente la sua storia, e non parlo solo di numero di righe e/o pagine, avrebbe creato un libro diverso e con lui quasi protagonista, preferisco cosi come invece ne è venuto, con tante storie diverse intrecciate, una scacchiera più ampia e aperta a tante possibilità.

Hai cmq ragione che poteva affrontarlo in modo diverso, e come dici Erikson dimostra di saperlo anche fare, è un po la pecca che dice anche -3ntr0p14- l'estremizzazione che lo rende forse poco naturale e appunto artificioso ma ... cavolo gente Erikson non è Dostoevskij, anche se spesso quando parte ci picchia giù duro comunque sia, non posso in tutta sincerità chiedergli di più in un libro come Maree, a meno che se la fosse presa comoda comoda facendo passare anni e anni (venti anni di saga non terminata? Allucinante) tra un libro e un altro.

Udinaas all'inizio aveva anche pietà di Rhuland per come la vedo io.
 
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Leo-87
view post Posted on 13/6/2016, 21:42     +1   -1




CITAZIONE (-3ntr0p14- @ 12/6/2016, 18:02) 
Ma infatti è proprio quello il punto: il giovane irruento e poco giudizioso che "deve" provare il proprio valore alla famiglia, ai fratelli, alla sua gente, che ottiene molto più di quanto potesse immaginare. È proprio l'immensita della maledizione della spada che lo fa sbarellare, il non riuscire a credere che la morte non è per lui il punto d'arrivo che sarebbe dovuto essere, come invece vale per tutti gli altri. E da lì si eclissa dalla ragione e dal mondo che lo circonda, vede ostilità e disinteresse negli altri, non coglie i tentativi di aiuto dei fratelli e di Udinaas, e agisce in maniera sempre più alienata dalla realtà, anchee se in fondo qualcosa rimane del Rhulad iniziale, ad agitarsi in un angolo della sua mente.
Come ho detto, l'unica pecca è l'eccessiva estremizzazione della cosa, che lo rende forse un po' troppo artificioso.

A differenza di -3ntr0p14- non percepisco l'estremizzazione come una pecca ma per il resto sono completamente d'accordo.
 
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Mornash
view post Posted on 23/6/2016, 18:57     +1   -1




Anche a me piaceva il termine zappatori!!


Non ho controllato la versione inglese, ma credo sia colpa del traduttore. Non so se qualcuno ci ha fatto caso, ma in Venti di morte viene citata Volpe d'Argento, ecco, nei libri precedenti era sempre citata così, mentre qua non l'hanno tradotta e hanno lasciato Silverfox.
 
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lettoreignorante
view post Posted on 23/7/2016, 23:06     +1   -1




Anch'io esprimo tutta la mia stima a Erikson per aver creato Rhulad. Quando in Maree i fratelli Sengar partirono per la spedizione ero certo che la spada l'avrebbe impugnata lui, ma speravo di essere smentito perché lo trovavo davvero detestabile.

E poi. Invece.

Mi è spiaciuto vederlo un po' accantonato in "Venti di Morte", ma che apparizione! Quale figura poteva essere simbolicamente più rappresentativa della corrotta e corruttrice Lether, se non un Imperatore ricoperto di monete d'oro?

E che scomparsa... un cedimento solo quando il subdolo Dio Storpio usa il perdono come tentazione...

(Con dubbio finale: ma all'interno della Casa delle Catene, Rhulad che posto rivestiva? Il Folle?)
 
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view post Posted on 24/7/2016, 10:10     +1   -1
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Bonecaster

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Era Re della Casa delle Catene, mica pizza e fichi :asd:
 
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lettoreignorante
view post Posted on 24/7/2016, 11:18     +1   -1




CITAZIONE (Unexist @ 24/7/2016, 11:10) 
Era Re della Casa delle Catene, mica pizza e fichi :asd:

Beh ma non viene mai detto esplicitamente (fino al settimo compreso, almeno). E nel terzo Kallor accetta di far parte della Casa solo a patto di esserne Re, quindi la questione non mi pare scontata.
 
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view post Posted on 22/5/2017, 13:17     +4   +1   -1
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il sopravvalutatore

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Il personaggio di Rhulad Sengar è la risposta a chi si chiede quale possa essere il risultato dell'immaturità (dettata anche da modelli familiari erronei) unita con un'anomala accessibilità al potere: decisioni sbagliate, rapporti personali completamente frantumati, imposizione incontrollata del proprio IO sui tuoi "carnefici" e l'impossibilità di divincolarti da un sistema che ti fagocita per trarre il massimo da te e poi gettarti via come un torsolo di mela. Rhulad Sengar è anche sinonimo di privarsi subito di un percorso per arrivare all'obiettivo. Si pensi, ad esempio, ai malcelati desideri verso Mayen, promessa moglie di Fear Sengar; si pensi alla scomparsa della paura verso la morte, la quale automaticamente ti impedisce di avviare un percorso di maturità perché, comunque vada, tornerai su questa terra con ancora meno lucidità e molto più potere fra le mani.
Azzeri qualunque processo mentale di crescita e comprensione di te stesso: hai già tutto e nessuno con cui condividerlo; assisti al collasso familiare e societario perché il potere ti conduce per inerzia verso quell'oblio; e non hai nessuno capace di poterti giudicare e guidare in maniera disinteressata, perché la tua ossessiva paura di perdere tutto ti costringe a rimanere solo.
Il riscatto finale - il breve momento in cui Rhulad vuole rivedere il fratello ed esita - è solo l'ultimo tassello che va ad aggiungersi alla drammatica vicenda.
In quel momento capisci che, prima ancora dei desideri di potere, prima ancora delle pulsioni sessuali ed il desiderio di primeggiare su tutti, Rhulad è stata solamente una persona sola che non ha mai avuto un momento di conforto né di reale supporto.
L'Edur ha pagato il fatto di essere stato arrogante, avventato e, soprattutto, giovane.
Ma non siamo tutti così a quell'età, quando dobbiamo dimostrare tutto, confrontarci con i migliori e contraddire i nostri genitori per alimentare il nostro ego?
Davvero un personaggio tridimensionale e sconcertante nella sua disperazione.
Non tra i miei preferiti, ma forse uno dei più riusciti.

Edited by Carsit - 4/7/2017, 14:24
 
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view post Posted on 22/5/2017, 14:07     +1   +1   -1
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CITAZIONE
Non tra i miei preferiti, ma forse uno dei più riusciti.

Concordo in pieno, sicuramente è uno dei personaggi più sfaccettati e approfonditi di Malazan. Inevitabilmente all'inizio lo odi, poi non puoi fare a meno di empatizzare con lui e provare pena, tanta tanta pena.
 
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25 replies since 7/10/2015, 14:59   852 views
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