Malazan Italia Forum

L'Ultimo Potere, L'Ultimo Potere, primo romanzo di I Tempi della Caduta

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/11/2015, 18:33     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Si prenda l’ambientazione postapocalittica (e la pazzia che la imperversa) di Interceptor, Il guerriero della strada di George Miller, la ferocia e la brutalità di Devilman di Go Nagai nel mostrare la realtà umana, la lucida e profonda consapevolezza che nasce dal viaggio all’Inferno nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel mostrare la natura dei vizi e del lato oscuro dell’animo umano, si aggiungano le teorie di Cesare Lombroso, il romanzo Orizzonte Perduto di James Hilton e l’idea che dietro ai culti e alle religioni ci siano entità che non hanno nulla di salvifico per l’umanità, e ci si ritroverà dinanzi a L’Ultimo Potere, primo romanzo del ciclo I Tempi della Caduta, ora in vendita a 1.99 E su tutti gli store.

Copertina%20L%27Ultimo%20Potere%20con%20logo%20per%20pagina%20sito

Sinossi.
L’umanità è caduta. La civiltà è andata in frantumi. O meglio, quella che si credeva civiltà: quanto realizzato dall’uomo è stato invece il mezzo che ha fatto precipitare il mondo in un abisso di desolazione. Tra i suoi ruderi, creature figlie di esperimenti scorrazzano impazzite seguendo la legge del più forte. Demoni e Posseduti la fanno da padroni, imponendo il loro giogo spietato su quanti sono caduti sotto il loro dominio.
In uno scenario apocalittico dove ogni equilibrio è perduto, un uomo, un guerriero della strada, viaggia da una città all’altra, covando la speranza di trovare un modo per fuggire all’inferno che è divenuto la Terra. In lui è forte la convinzione che Luna Azzurra sia da qualche parte, in attesa di essere trovata per dare rifugio a chi ha ancora un’anima non corrotta dai vizi. Come è forte la consapevolezza che non è facile sopravvivere a schiere di mutantropi e chimere, tanto meno pianificando d’abbattere l’egemonia demoniaca.

Al link seguente è possibile scaricare gratuitamente il racconto L'Ultimo Baluardo, presente in L'Ultimo Potere e che ne fa da prologo: www.lestradedeimondi.com/opere-personali/
 
www  Top
view post Posted on 5/12/2015, 13:13     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Sul sito Scrittori Indipendenti c'è la possibilità per gli scrittori esordienti e autopubblicati di presentare i propri lavori, sfidando opere più famose; un modo diverso, anche un po' scherzoso, per mettersi in mostra, parlare di cosa si è scritto, di cosa si è voluto dire con le opere realizzate.
Per chi fosse curioso di vedere chi ho voluto sfidare con L'Ultimo Potere e che cosa ho combinato in questa presentazione, a questo link si può trovare risposta (sì, sono andato un po' sopra le righe, perché bisogna anche saper scherzare, giocare sopra certe cose, anche per non dare sempre la stessa immagine e atrofizzare così l'attenzione di chi legge. Sempre però rimanendo fedeli a quello che si è e si pensa ;) ).
 
www  Top
view post Posted on 7/12/2015, 20:38     +1   -1
Avatar

Aggiunto

Group:
Artiglio
Posts:
3,063

Status:


Posso chiederti una curiosità?
Dalla stesura definitiva del primo capitolo di "Strade nascoste" a questo prologo de "L'Ultimo Potere" quanto tempo hai passato?

P.S.: Ho visto che hai stampato con StreetLib come ti sei trovato? Seguo da tempo Simplicissimus Book e so che in genere fanno le cose bene ma questo progetto StreetLib non l'ho ancora inquadrato del tutto.
 
Top
view post Posted on 8/12/2015, 00:00     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


La prima stesura di Strade Nascoste è stata realizzata tra la fine del 2001 e l'inizio del 2007: quindi, tolti i primi mesi di progettazione, direi che il primo capitolo è stato scritto nella prima metà del 2002. Di preciso non ricordo, dato che la prima stesura di Strade Nascoste, come la progettazione, è stata tutta scritta a mano, non al computer, quindi non ho file che mi dicano la data esatta. Tuttavia, faccio notare, che il primo capitolo che si può leggere in rete gratuitamente, non è quello di allora, bensì quello revisionato nel 2014. Strade Nascoste ha avuto nel corso degli anni, fino alla pubblicazione, diverse revisioni, di cui l'ultima nel 2014 appunto, che è stata poi quella definitiva e che è andata a cambiare soprattutto la prima parte (le prime 200 pagine) del romanzo.

L'Ultimo Potere è stato scritto tra gennaio del 2010 e gennaio del 2011. Tuttavia, il prologo L'Ultimo Baluardo è stato scritto nel 2013 e aggiunto nelle revisioni successive (l'ultima, quella prima della pubblicazione, è stata fatta quest'anno).

StreetLib è il nuovo nome di Simplicissimus: sono cambiati alcuni dettagli, tipo mettere il logo di StreetLib per far vedere che si utilizza il loro servizio, hanno ampliato le modalità di far leggere le opere che mettono a disposizione, ma sono sempre gli stessi.
Posso dire che mi trovo bene con loro, sempre molto cordiali e disponibili.
 
www  Top
view post Posted on 8/12/2015, 00:37     +1   -1
Avatar

Aggiunto

Group:
Artiglio
Posts:
3,063

Status:


E' un progetto di Simplicissimus, ne hanno parecchi e si sempre pensato siano in gamba, fa piacere sentirlo anche di questa loro nuova idea.

Ti chiedevo la cosa delle date perchè mi parevi molto più maturo nella scrittura in questo prologo, ma boh forse è il tipo di storia o mio periodo di lettura differente a questo punto.
Cmq bravo non mollare :sisi:
 
Top
view post Posted on 8/12/2015, 00:54     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Strade Nascoste e L'Ultimo Potere sono due storie differenti, anche se sempre di narrativa fantastica si tratta e hanno qualcosa in comune. L'approccio è differente; Strade Nascoste è fantasy epico, L'Ultimo Potere è una storia che parte dalla realtà, da elementi della nostra società, nel quale viene immesso l'elemento che viene dal soprannaturale e che fa creare un mondo distopico e postapocalittico.
Una maggiore maturità c'è: ero agli inizi, ero più giovane. Con il passare degli anni si è sviluppato lo stile, lo sviluppare trame e personaggi: l'allenamento costante affina. Sono aumentate le letture, le esperienze di vita, la consapevolezza delle cose: tutto questo ha portato a uno sviluppo di ciò che scrivo.
 
www  Top
view post Posted on 22/12/2015, 17:41     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Nella presentazione ho fatto una veloce carrellata degli elementi cardine che sono andati a creare L'Ultimo Potere; ora vorrei approfondire un poco i vari punti, partendo dall'inizio, ovvero dall'idea da cui è nato il tutto.
Del ciclo I Tempi della Caduta, di cui fa parte questo romanzo, avevo già realizzato un'altra opera (che, a seguito della conclusione di L'Ultimo Potere e L'Ultimo Demone, è stata riscritta); L'Ultimo Potere doveva essere, diciamo, il suo seguito (e, in verità, lo è ancora, ma per il lettore è meglio partire con l'opera di cui sto parlando).
L'idea da cui è partita la realizzazione del romanzo è che le istituzioni religiose non siano qualcosa di salvifico, atte ad aiutare l'umanità, a esserle di sostegno, bensì siano qualcosa che sfrutta la gente e la sua energia. Costrutti giganteschi in lotta tra loro per accaparrarsi il maggior numero di seguaci possibili, perché i grandi numeri sono potere. Dietro un'apparenza virtuosa (ma che delle virtù non ha nulla), si nasconde qualcosa che manipola, che degrada l'uomo, che lo spinge a concedere tutto quello che ha per ingrandire la forza di qualcun altro.
Chi sia questo qualcun altro non è difficile da capire: è chi è al potere. Ma chi è che è al potere? Da che cosa è animato?
Beh, questo è quello che c'è da scoprire leggendo l'opera.
 
www  Top
view post Posted on 23/12/2015, 13:02     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Ho parlato dell'idea da cui è partito il romanzo, quella che ha fatto sorgere il tutto, ma si sa che l'idea è solo l'inizio: occorre poi svilupparla.
Come però?
Per L'Ultimo Potere ho voluto far ricorso agli archetipi.
Perché gli archetipi?
Essi sono pieni di significati, di potenziale capace di trasmettere, coinvolgere e appassionare il lettore. Se ci si pensa, le storie più conosciute e apprezzate sono piene di archetipi. Basti pensare a quelle del ciclo arturiano con il Re, il Mago, Il Gueriero: sono diventate famose proprio per il significato celato dietro le vicende dei protagonisti. Infatti gli archetipi sono ritenuti simboli che rappresentano lati dell'animo umano, modi per conoscere se stessi. Ma esattamente cosa sono?
La spiegazione migliore viene data da Carl Gustav Jung nel libro L'uomo e i suoi simboli.

La mia teoria sui « resti arcaici », da me definiti « archetipi » o « immagini primordiali », è stata sempre criticata da coloro che non hanno una conoscenza appropriata dei sogni e della mitologia. Il termine « archetipo » è spesso frainteso in quanto viene identificato con certe immagini definite o precisi motivi mitologici. Questi, in realtà, non sono altro che rappresentazioni consce; sarebbe assurdo pensare che tali rappresentazioni variabili fossero ereditarie.
L'archetipo è invece la tendenza a formare singole rappresentazioni di uno stesso motivo che, pur nelle loro variazioni individuali anche sensibili, continuano a derivare dal medesimo modello fondamentale. Esistono, per esempio, molte rappresentazioni del motivo dei fratelli nemici, ma il motivo rimane sempre lo stesso. I miei critici hanno sempre erroneamente sostenuto che io presupponga l'esistenza di « rappresentazioni ereditarie » e su questa base hanno liquidato l'idea di archetipo come mera superstizione. Essi non hanno preso in considerazione il fatto che se gli archetipi fossero veramente rappresentazioni create (o acquisite) dalla nostra coscienza, noi dovremmo essere sicuramente in grado di comprenderle senza trovarci stupefatti e perplessi quando essi si presentano alla coscienza. Essi, in realtà, sono tendenze istintive altrettanto marcate quanto lo è l'impulso degli uccelli a costruire il nido, o quello delle formiche a dar vita a colonie organizzate.
A questo punto è necessario chiarire la relazione fra istinti e archetipi. Quelli che noi chiamiamo propriamente istinti, sono costituiti da stimoli fisiologici e risultano percepibili dai sensi. Essi però si manifestano contemporaneamente anche in veste di fantasie e spesso rivelano la loro presenza solo per mezzo di immagini simboliche. Queste manifestazioni sono ciò che io chiamo archetipi. La loro origine è ignota e si riproducono in ogni tempo e in qualunque parte del mondo, anche laddove bisogna escludere qualsiasi fattore di trasmissione ereditaria diretta o per « incrocio ». (1)


1- L'uomo e i suoi simboli. Carl Gustav Jung, pag. 52. Tea 2010

Edited by M.T. - 24/12/2015, 16:49
 
www  Top
view post Posted on 24/12/2015, 16:16     +1   -1
Avatar

Aggiunto

Group:
Artiglio
Posts:
3,063

Status:


Complimenti per le idee e la citazione.

Ogni opera imho è carica di archetipi, a volte più e a volte meno, non credo possa essere altrimenti essendo processi inconsci e istintivi della personalità che "si riproducono in ogni tempo e in qualunque parte del mondo" cosi come li illustra Jung, esserne consapevoli, magari ricercarli e citare Jung però è un altro paio di maniche.

Edited by Taspache - 24/12/2015, 18:25
 
Top
view post Posted on 24/12/2015, 16:51     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


corretto, grazie per la segnalazione :)
 
www  Top
view post Posted on 27/12/2015, 17:43     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Nel post precedente, attraverso il brano tratto dal libro di Carl Gustav Jung, L’uomo e i suoi simboli, si è visto che cosa sono gli Archetipi: dei simboli. Che non sono la stessa cosa dei segni, dato che questi ultimi non hanno un significato particolare, ma sono utilizzati nell’uso comune per comodità per indicare o segnalare determinate cose (a esempio, cartelli stradali.)
Un archetipo è un qualcosa di universale, arcaico, che sta alla base di tutto, il mezzo per comprendere la vera natura delle cose, la forma preesistente e primitiva di un pensiero per indicare le idee innate e predeterminate dell’inconscio umano. Una parola o un’immagine è perciò simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato; essa possiede un aspetto più ampio (come a esempio la ruota e la croce), inconscio, che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. (1) I simboli possono essere collettivi, riconosciuti da tutti (il Mago, Il Guerriero), ma possono anche essere diversi per ciascuno, dato che ogni singolo individuo crea i propri, con i suoi significati, i suoi valori, in base alle proprie esperienze, alla propria educazione; cosa che spesso avviene inconsciamente.
L’interpretazione dei sogni e dei simboli richiede intelligenza; essa non può essere ridotta a un sistema meccanico con cui imbottire cervelli privi di immaginazione. Essa richiede contemporaneamente una sempre più approfondita conoscenza dell’individualità del sognante e un corrispondente affinamento della personale consapevolezza dell’interprete…Quando tentiamo di interpretare i simboli ci troviamo di fronte non solo il simbolo in sé, ma l’intera totalità dell’individuo produttore del simbolo. Ciò implica lo studio della sua formazione culturale…Le risposte usuali possono rivelarsi pratiche e utili finché si studia la superficie, ma quando si affrontano i problemi di fondo è la vita stessa a imporsi in primo piano e…l’immaginazione e l’intuizione sono di importanza vitale per la nostra comprensione.(2)
Quello che l’uomo moderno ha dimenticato, reputandolo di nessuna importanza, è che tutto può essere simbolo, capace d’insegnare a crescere, a evolvere; ogni immagine che vede può essere rappresentazione di elementi che lo caratterizzano, negativi e positivi. Ma di questi tempi, crescita ed evoluzione paiono fattori inutili, come si fosse raggiunto il punto più alto, mentre invece si è finiti piantati in una palude.

1- L’uomo e i suoi simboli. Carl Gustav Jung, 5. Tea 2010
2- L’uomo e i suoi simboli. Carl Gustav Jung, 73. Tea 2010
 
www  Top
view post Posted on 30/12/2015, 16:21     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Un mio libro è sempre opera del destino. Quando si scrive si va incontro a qualcosa d'imprevedibile (1). Le parole di Carl Gustav Jung sono perfettamente comprensibili per chi si è cimentato nella stesura di un libro: c'è un'idea da cui nasce tutto e poi dopo ci si costruisce attorno un progetto che cresce man mano che si avanza, spesso andando dove si vuole che vada, ma anche alle volte conducendo verso punti che all'inizio non sarebbero stati presi in considerazione.
Carl Gustav JungQuesto vale sia per la saggistica, sia per i romanzi, per questi ultimi ancora più con forza, dato che si ha una maggiore libertà nel creare una storia.
Ma che cosa spinge a scrivere una storia?
I motivi possono essere tanti, uno per ogni individuo esistito, ma l'uomo ha sempre sentito il bisogno di raccontare esperienze vissute, fatti cui ha assistito, pensieri che ha realizzato: un modo per condividere con i suoi simili, per sentirsi parte di qualcosa, per trasmettere conoscenza e consapevolezza. Così abbiamo avuto dipinte scene di caccia sulle pareti per raccontare le imprese di gruppi di cacciatori; papiri, libri che narravano imprese di re e regine, ma anche storie di dei ed eroi, che per i popoli passati era un cercare di spiegare quello che vedevano, ma di cui non capivano il significato o l'origine, come accaduto nell'incontro tra Thor e Utgardaloki, il re del Recinto Esterno, dove attraverso il racconto venivano mostrati la natura del pensiero, delle maree e della vecchiaia.
Di racconti del genere, l'umanità è ricca e se si osserva, si può notare che ricorrono sempre le stesse figure, anche se appaiono con sembianze e nomi diversi: sono simboli che l'uomo utilizza per imparare a conoscere se stesso, parti di sé che proietta all'esterno per poterle osservare e comprendere. Si tratta degli Archetipi, stadi dell'inconscio umano che ogni individuo incontra nella propria vita e che gli sono da specchi e compagni nel percorso personale di crescita.
Uno dei più famosi e immediati che viene in mente è il Guerriero, spesso associato all'uomo in armatura, dotato di scudo e spada, come i famosi spartani (considerati i migliori combattenti dell'antica Grecia), gli uomini dei Medioevo che andavano in battaglia equipaggiati di tutto punto, ma anche i Samurai.
Gatsu, il Guerriero Nero del manga Berserk di Kentaro MiuraCon il passare delle epoche è stato normale che tale figura cambiasse sembianze, ma lo spirito è sempre rimasto lo stesso, comparendo in varie forme in ogni forma di storia: fumetti, film, libri.
Così abbiamo Kenshiro di Tetsuo Hara e Buronson (un connubio tra Mad Max di Interceptor, che oltre al personaggio prende ispirazione anche per l'ambientazione, e Bruce Lee), maestro della Scuola di Okuto (semplificando, una sorta di arti marziali), e Gatsu di Kentaro Miura, mercenario nel mondo inventato delle Midlands che ricordano Medioevo e Rinascimeto, per fare un esempio prendendo spunto fra due tra i manga più famosi. Visto che è stato citato come fonte d'ispirazione, non si può non parlare di Mad Max, che grazie alla sua trilogia cinematografica ha fatto conoscere e lanciare Mel Gibson nel mondo dello spettacolo: nessuna tecnica di combattimento speciale o armi magiche e mostri, ma pura e semplice sopravvivenza con ogni mezzo in un mondo impazzito.
Artù nel film Excalibur del 1981Per quanto riguarda la letteratura, un ottimo esempio è il personaggio di Arthur Pendragon mostrato nella trilogia di Fionavar di Guy Gavriel Kay, conosciuto proprio come il Guerriero: è vero che Arthur incarna anche altri simboli (il Re, l'Eroe, il Cavaliere, anche se questo simbolo è rappresentato con molta più forza da Lancelot, altro personaggio attinto dai ciclo arturiani da Kay), ma in questa veste rappresenta in maniera molto chiara e forte l'archetipo che lo caratterizza.
Questi sono solo tre esempi di come può essere il Guerriero. Tre esempi uguali, ma allo stesso tempo con delle sfumature che li fanno essere differenti; una ripetizione si può pensare, ma una ripetizione importante e utile, perché usando la ripetizione, presentando lo stesso soggetto a varie riprese, ogni volta da un angolo visuale leggermente diverso dal precedente, fino a che il lettore, che non si è mai trovato di fronte a nessuna singola prova conclusiva, si accorge improvvisamente di avere abbracciato e accolto dentro di sé una verità più ampia. (2)
E' questo che fanno gli archetipi nelle loro diverse manifestazioni: dare una maggiore consapevolezza di sé all'uomo per farlo crescere.
Ma esattamente, che cosa rappresenta il Guerriero?
Il coraggio, la risolutezza di raggiungere i propri obiettivi (quindi la conquista), la forza e i mezzi di difendere ciò che ha valore, la preparazione, la disciplina. E' colui che combatte per le proprie idee e lo fa a tutti i costi, anche se questo può portare a sacrifici, perdite economiche e materiali, isolamento. Il Guerriero è una figura che bada al sodo, è pratica, razionale, concentra la sua attenzione e le sue energie nella realizzazione della sua ragion d’etre, eliminando ciò che ritiene superfluo; è uno stratega. Appare saldo, solido, ma anche duro e tagliente, con poco spazio per la tenerezza. Questo non significa che sia privo di sensibilità, gentilezza, ma i suoi modi senza fronzoli e abbellimenti che rimangono sempre legati al concreto non fanno scorgere i gesti di attenzione che rivolge agli altri. Spiccio e diretto, non ha tempo per perdersi in lunghi discorsi atti a comprendere gli altri ed essere di supporto come può fare il Saggio.
Il vero Guerriero combatte solo per quanto conta realmente, non combatte per il piacere di combattere; se questo avviene, se lotta per il piacere di distruggere, per dimostrare la sua forza e la sua superiorità, significa che si sta allontanando dal suo essere.
Anche lui, come tutti, possiede delle paure e quella che più lo spaventa è di essere sconfitto, di fallire, di non avere forza sufficiente per affrontare le sfide e i nemici e così non essere in grado di proteggere chi gli è caro, i suoi ideali.
Se riesce a superare le sue paure, le proprie zone d'ombra, se riesce davvero a essere se stesso, il Guerriero è una forza che lotta per il bene comune e non c'è nemico che lo possa piegare, ma combatterà fino all'ultima goccia di sangue, con tutte le sue forze.
Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo archetipo, in rete si possono trovare pezzi interessanti come L'archetipo del guerriero/eroe.

Come si evince da questo articolo (ma non solo, avendone già parlato altre volte sul sito), Guerriero (e di conseguenza il suo Archetipo) è il protagonista delle vicende di L'Ultimo Potere. Perché la scelta è ricaduta su un personaggio con tale caratteristiche?
Perché in un periodo come quello che stiamo vivendo, dove si lascia andare, dove si sacrifica tutto per i soldi e ci si adegua a un sistema che si sa che è sbagliato, ma dove non si fa nulla per cambiarlo (un po’ per pigrizia, un po’ perché fa comodo ai propri interessi, un po’ perché non si hanno più valori e un po’ perché non si hanno i mezzi e la volontà per vedere quello che non va), occorre avere l’esempio di una figura che lotta per qualcosa che va oltre la materialità, che cerca di migliorare la propria vita, uscendo da un’esistenza che non ha nulla da dare, che è solo capace di togliere e privare di tutto chiunque. Nel contesto attuale c’è bisogno di qualcuno che sia diverso, che si dia da fare, che combatta consapevole che ci saranno sì difficoltà nelle sue battaglie, ma che alla fine ne sarà valsa la pena, perché si otterrà molto, mentre invece c’è tutto da rimetterci a conformarsi o a lasciar fare a un sistema che ha mostrato tutti i suoi limiti e che ha solo da far perdere: la libertà in primis, ma soprattutto far perdere se stessi. I più sono convinti che la modernità abbia portato benefici, miglioramenti nella vita di ognuno; questo può essere in parte vero. Non voglio certo negare che siano risultati grandi vantaggi dall'evoluzione della società civilizzata, ma tali vantaggi sono stati ottenuti al prezzo di perdite enormi della cui entità abbiamo appena cominciato a renderci conto. (3) Ed è quello che viene fatto vedere in L'ultimo Potere: un modo per mostrare sì le caratteristiche dell'archetipo in questione, ma che da sole però non bastano a far comprendere e vivere tale simbolo. Perché essi sono contemporaneamente sia immagini che emozioni. Si può parlare di archetipi solo quando questi due aspetti si manifestino simultaneamente. Quando c'è solo l'immagine si tratta di una notazione di scarso rilievo, ma quando è implicata l'emozione, l'immagine acquista un carattere numinoso (o energia psichica)...Poiché tante persone hanno intrapreso a trattare gli archetipi come semplici parti di un meccanismo che può essere appreso a memoria, è necessario insistere che essi non sono né nome puri e semplici, né concetti filosofici. Essi appartengono alla vita stessa, sono immagini integralmente connesse con l'individuo vivente per il tramite di emozioni...Gli archetipi cominciano a vivere solo quando si cerca pazientemente di scoprire perché e in quali guise essi sono significativi per un determinato individuo vivente. (4)

1- Ricordi, sogni, riflessioni. Carl Gustav Jung, pag.6. Bur 2008
2- L'uomo e i suoi simboli. Carl Gustav Jung, pag. X. Tea 2010
3- L'uomo e i suoi simboli. Carl Gustav Jung, pag. 32. Tea 2010
4- L'uomo e i suoi simboli. Carl Gustav Jung, pag. 79. Tea 2010
 
www  Top
view post Posted on 6/1/2016, 13:44     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


Nel post precedente ho parlato dell'archetipo del Guerriero e partendo da esso voglio collegarmi a un'altra fonte d'ispirazione per L'Ultimo Potere: i primi tre film di Mad Max di George Miller.
A queste pellicole mi sono ispirato per l'ambientazione del mondo postapocalittico in cui si svolgono le vicende dell'opera che ho scritto, trovandola perfetta per parlare di un mondo caduto, dove la civiltà e l'umanità sono quasi del tutto andate perdute; questi film sono ottimi per mostrare il degrado dell’animo umano, come ben viene riassunto dalla voce narrante all’inizio del secondo film della serie, Interceptor – Il guerriero della strada.


La mia vita si spegne e la vista si oscura. Mi restano soltanto alcuni ricordi di un caos immane: i sogni infranti delle terre perdute. E l’ossessione di un uomo sempre in lotta: Max.
Era figlio dei tempi in cui l’uomo viveva sotto il dominio dell’oro nero. E i deserti brillavano per le fiamme delle gigantesche torri che estraevano il petrolio.
Ora tutto è distrutto, scomparso, come e perché non lo ricorda più nessuno, ma è certo che un immane conflitto annientò due grandi potenze. Senza il petrolio l’uomo tornò alle sue origini primitive e tutte le sue macchine favolose andarono in rovina. Tutti i popoli tentarono di raggiungere un accordo, ma nessuno riuscì a fermare la valanga del caos. Nel terrore dei saccheggi e nelle fiamme della violenza il mondo scoppiò. E tutte le sue città crollarono una dopo l’altra.
L’uomo si nutrì di carni umane per sopravvivere.
Su tutte le strade vincevano coloro che avevano la forza e i mezzi per piombare sulle vittime e depredarle, anche dell’ultimo respiro; niente aveva più valore di una piccola tanica di benzina.
I deboli scomparivano senza nemmeno lasciare il segno di una croce su delle misere pietre.
Nel ruggito di un motore, quelli come Max si difendevano dai demoni del passato e dalle inutili speranze di un futuro svuotati di ogni sentimento umano, condannati a inseguire ogni piccola traccia di vita nelle Terre Perdute.
E alla luce di quei giorni desolati, Max imparò a dominare il suo destino.



Senza contare che Max è un'ottima incarnazione dell'Archetipo del Guerriero. Ma in questi film non è l'unico Archetipo usato: ci sono quelli del Viaggio, del Folle, dell'Orfano, dell'Innocente, del Distruttore, del Saggio.
Nell'articolo seguente approfondisco l'uso degli archetipi nella saga cinematografica di Miller: www.fantasyma...-e-la-mitologia
 
www  Top
view post Posted on 17/1/2016, 18:46     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


“Un libro indubbiamente particolare e ricercato, e come in questi casi non per tutti.
Niente mezze misure.
Un testo coraggioso, un autore che sarà odiato o amato, ma che di certo non lascerà indifferenti.”


Questo è l’incipit della recensione su L’Ultimo Potere scritto da Andrea Zanotti sul sito Scrittori Indipendenti (al seguente link si può leggere l’intero giudizio sul romanzo: http://www.scrittorindipendenti.com/2016/0...i-rating-7.html). Parole con cui mi trovo d’accordo, come il resto della recensione. Le scelte che ho fatto nello scrivere questa storia non hanno mezze misure e sono consapevole della strada intrapresa, perché non voglio essere un autore commerciale, che segue la massa e vi si adatta: sono un autore che scrive storie che abbiano qualcosa da raccontare, da trasmettere. Prendendo in prestito (e adattandola al mio contesto) una frase dal film Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, L’Ultimo Potere è il libro che i lettori meritano, ma non quello di cui hanno bisogno adesso.
Quanto scrivo non è facile, né accomodante, né politicamente corretto (una frase del Vangelo rende bene lo spirito che ho voluto trasmettere al testo: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono infatti venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.” Matteo 10,34-36) , ma non mi interessa, perché m’interessa scrivere di realtà benché usi degli elementi fantastici per farlo. Anche se vado controcorrente rispetto a quanto dicono tanti autori, case editrici, addetti al settore, percorro la strada che deve essere il lettore a cercare di raggiungere il livello dello scrittore, non lo scrittore che si deve adeguare al livello del lettore; perché se non si fa in questo modo, se ci si deve adeguare alla massa (specie alla massa italiana) si finisce con lo scivolare sempre più in basso e a dare sempre meno, riducendo le storie a cose insignificanti e banali. Di questo, purtroppo, ce n’è già in abbondanza e non ce n’è bisogno.

Alcune piccole note a margine. Le fonti d'ispirazione, come già scritto altrove, sono state diverse: ho riportato quelle che sono state le fondamenta dell’opera, ma non sono state le uniche. Prendendo spunto da quanto scritto da Andrea, come altri mi hanno fatto notare, ci sono somiglianze con la Torre Nera di Stephen King (specie nella questione Ka), anche se non è una cosa che ho voluto; evidentemente, inconsciamente ne sono stato influenzato e la cosa è stata trasmessa al testo (e dal mio punto di vista, non è un male, data la bontà del ciclo dedicato a Roland). Mentre invece è voluta una scena di combattimento che s’ispira a Ken il Guerriero e in particolare a Shu della Sacra Scuola di Nanto, maestro dello Stile dell'Airone Bianco e protetto dalla Stella della Benevolenza (ma non dirò qual è questa scena per non spoilerare: starà ai lettori scoprire qual è ;) ).
 
www  Top
view post Posted on 7/2/2016, 16:22     +1   -1

Sergente Istruttore

Group:
Member
Posts:
325

Status:


La salma di Padre Pio in questi giorni è a Roma per il Giubileo della Misericordia. Solamente la presenza del corpo del Santo attirerà decine di migliaia di pellegrini, un segno della fede dei fedeli nei riguardi di un uomo che ha fatto tanto in vita per gli altri ed è stato un esempio per tanti.
Dunque è solo una questione di fede? No, è anche e soprattutto una questione di soldi. Perché non va dimenticato che attorno alla figura del santo, dopo la sua morte, è sorto un business dal grande fatturato, perdendo così di vista l’insegnamento dato da Padre Pio e altri prima di lui (Cristo in primis). Tutto quanto succede non sorprende, perché la storia ha già mostrato situazioni simili. Come non sorprende che, dopo essere stato osteggiato proprio da una parte della Chiesa (cosa successa anche a S. Francesco) per buona parte della vita, dopo la sua morte sia stato portato come esempio e venerato.
Ipocrisia? No, semplice pragmatismo.

«…La gente vede nelle cose e negli altri ciò che di sé proietta all’esterno: getta ombre del proprio io al di fuori della sua coscienza. Non è detto che ciò che vediamo sia ciò che è; nella maggior parte dei casi non lo è mai. La gente non accetta le cose come stanno, né le vede per quello che realmente sono; spesso è una sorta di difesa per coprire qualcosa di sgradevole, un attribuire valori sbagliati a tutti e a tutto perché non si è mai riusciti a comprendere se stessi. Capisci perché fa così?»
«Perché spaventata?»
«Rimpianto e responsabilità. Il rimpianto di non aver usato prima le risorse a disposizione e la responsabilità di quello che si sarebbe dovuto fare con esse. Questi sono solo alcuni degli sbagli che l’umanità ha fatto e su questi sbagli si è creato un sistema d’illusioni. In mezzo a tanta falsità, i Vizi e i Demoni hanno proliferato, anche nelle istituzioni religiose, malgrado lo sforzo di alcuni uomini. Proprio per questa ragione, per il loro sforzo di smontare un sistema fasullo, le istituzioni hanno sempre avversato questi individui, solo per poi lodarli e benedirli una volta morti.»
«Perché hanno fatto così?»
«Perché avevano un gran numero di seguaci: numeri talmente grandi da essere un popolo e un popolo è potere. Oltre che un grosso problema, se si decide di prenderlo di petto. Molto più semplice ingannarlo. Pertanto hanno scelto di fare di quelle persone eroi e santi acclamati e osannati: così facendo hanno stretto nella propria morsa quelle folle. Poco importava se poi dietro le quinte si sputava sui nomi di quanti avevano innalzato: l’importante era che i seguaci di quelle persone fossero andati a rimpinguare le fila dell’ordine e il loro potere si fosse rafforzato.»
«Questa è una porcata.»
«Solo una mossa politica.»

L’Ultimo Potere. Capitolo VII. Il guerriero della strada
 
www  Top
29 replies since 27/11/2015, 18:33   324 views
  Share