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| Che bello rispondere a distanza di un anno, cioè quando gli altri utenti della discussione avranno messo su famiglia e saranno a posto con le loro tranquille vite L'epica la vivo di più nel momento in cui l'attenzione è rivolta sul singolo personaggio, dato che filtro l'intero contesto attraverso il suo pensiero e le sue inclinazioni caratteriali. Non è un caso che Gemell - mi mancano 3 volumi per finire i Drenai - sia un autentico maestro a delineare personaggi in perenne lotta con sé stessi e continuamente chiamati a darsi risposte per evitare di soccombere allo schiacciante peso del proprio passato o del ruolo che si ricopre in quel momento. Quindi l'epica la vivo più sul singolo; poi, ovviamente, l'intero contesto amplia l'epica del singolo ed estende al massimo l'immersione del lettore. Una battaglia come quella di Corallo è maestosa, ma sarebbe la stessa senza il gesto di Itkovian? Comunque ritengo Erikson il migliore nel dare un respiro epico alle proprie opere; un gradino sotto, come detto, cito Gemmel e Robert Jordan (alcuni suoi passaggi narrativi sono da mozzare il fiato).
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