Ciao Evhon, bello il tuo avatar
: come non dimenticare Minsc e il suo criceto Boo di Baldur's Gate
Rispondendo alla tua domanda, sì, ho ideato una mia ambientazione fantasy e ci ho scritto un libro. Per la precisione, al momento le ambientazioni sono due, una di stampo fantasy più classico, l'altra invece è un fantasy post-apocalittico. Per il momento le opere realizzate e messe in vendita in rete (autopubblicate) sono tre (un romanzo per la prima ambientazione, due per la seconda).
Chiedi come capire se si è fatto un buon lavoro. Lo si capisce con l'esperienza: dopo diversi anni che scrivo (ormai sono una quindicina), capisco cosa non va, se sono stato prolisso, ripetitivo, se un dialogo o una scena funzionano. Questa comprensione l'ho ottenuta non solo scrivendo, ma anche leggendo molto e non solo fantasy, ma anche altri generi (sia di narrativa, sia di saggistica).
Questo aiuta, ma non basta: occorre anche un giudizio esterno. In questo aiutano le recensioni avute in rete o da persone che hanno letto in privato l'opera e hanno dato un giudizio. Certo bisogna saper selezionare i consigli utili e costruttivi, ma con il tempo si riesce a capire quali sono quelli davvero obiettivi da quelli dati solo seguendo il gusto personale.
Per la pubblicazione, c'è quella tradizionale, molto difficile da raggiungere; quella a pagamento io la escludo categoricamente, sarebbe come pagare per lavorare. Io ho autopubblicato con Streetlib: nessun costo per la messa in vendita online, né per l'ISBN data all'opera. Ci sono dei servizi opzionali aggiuntivi (tipo la stampa del cartaceo) che si pagano, ma questa è una scelta che spetta al cliente. L'e-book l'ho realizzato personalmente, quindi anche qui zero costi.
Sulle prospettive è tutto un divenire; di certo non è cosa facile. Le pubblicazioni sono tante ed è difficile emergere. Ci si fa un promozione sui forum, sul proprio sito, proponendo ad altri siti il proprio lavoro per segnalazioni e recensioni. Non ci si fa illusioni: il fantasy, dopo essere stato bruciato negli anni scorsi, è tornato qualcosa di nicchia, visto un po' come la peste. Se poi si considera che si è in Italia dove si legge poco e male, e vanno prodotti leggeri e superficiali, che non facciano pensare, ma che siano centrati su amori e ciupate, beh, il quadro non è roseo. Ma se uno è convinto del proprio lavoro, che provi, realizzi qualcosa di valido e qualitativo e vada avanti per la sua strada. Non si sa mai.