| Ieri ho finito finalmente HoC. Come al termine di ogni avventura Malazan, resta un po' l'amaro in bocca e, quasi sempre, il motivo principale e' che voglio prendermi una pausa ma la saga mi spinge inesorabilmente ad andare avanti. Innanzitutto, apro il post sfatando un mito, anche se (come sempre in questi casi) i giudizi derivano da pareri puramente soggettivi: il finale non mi e' dispiaciuto, anzi!
Un'ennesima battaglia, dopo quella finale di Corallo nel precedente libro, da alcuni punti di vista sarebbe potuta risultare ripetitiva, ma non e' detto. Ad ogni modo, non sono dispiaciuto dal finale scelto da Erikson e, anche sforzandomi, non vedo come avrebbe potuto concludere (o lasciare in sospeso) alcune sottotrame presenti in questo libro.
Punto numero due. Mi piace leggere molto questi libri "in retrospettiva" poiche', bisogna ammetterlo, e' cambiato tanto. Non sono velocissimo nel leggere (ho iniziato i Giardini a inizio Giugno) tuttavia tralasciando la pazza voglia di ricominciare la saga, e' veramente cambiato tanto. Erikson ha iniziato Malazan scrivendo in un modo, e ad ogni libro il suo stile si evolve e si trasforma, questo mi colpisce tanto, perche' ha reso possibile dare ad ogni libro una tonalita' di colore diversa: - i Giardini: si percepisce l'high fantasy e la complessita' di Malazan, e' uno stile ancora acerbo, preso come libro individuale sarebbe piaciuto a tutti, ma non sarebbe rimasto impresso. - la Dimora: qui Erikson e' cresciuto tantissimo, ma non solo. A mio parere ha completamente ristrutturato il suo stile, dando una sfumatura completamente diversa all'opera. L'high fantasy e' scomparso, il military entra in gioco. - Memorie: per quanto riguarda lo stile di scrittura, ho notato pochi cambiamenti in memorie, rispetto al libro precendente, ma ancora una volta cambia tutto, cambia il tipo di fantasy che scrive Erikson, ed e' uno dei punti di forza maggiori dello scrittore a mio parere, non sai che aspettarti. Tralasciando l'epicita' di Memorie, io ora inizio a chiederemi ad ogni libro cosa sto per leggere, un fantasy di tipo epico, high, military, o cosa? E qualunque esso scriva, combacia perfettamente nella saga! - la Casa delle Catene: ho notato, ancora una volta, un'evoluzione nel suo stile di scrittura, non solo Erikson si legge piu' facilmente, ma buca letteralmente i personaggi, i significati celati tra le righe sono tantissimi, le sottotrame abbondano, Erikson sta crescendo ancora! E si sta veramente avvicinando all'ascendenza...
Ok, chiuso questo piccolo elogio all'evoluzione del nostro amato Erikson, voglio parlare del punto numero tre: Karsa Orlong. Mamma mia, il Toblakai e' cresciuto tantissimo dall'inizio del libro ma non mi sarei mai aspettato quello che ha fatto nel finale. Vogliamo parlare di come ha ucciso Bidithal? Ma cio' che piu' mi ha lasciato di sasso e' il combattimento con i Deragoth. Quanti altri "umani" avrebbero saputo tener testa e sconfiggere i due segugi dell'Oscurita'? (Qui, parlandone, mi chiedo se gli altri 5 siano ancora imprigionati da qualche parte nel mondo Malazan e coma mai Rake non li controlla). Insomma, Karsa Orlong promosso a pieni voti. Se mi trovassi con una spada nel mondo Malazan preferirei trovarmi faccia a faccia con qualunque ascendente che con il Toblakai.
Punto numero quattro. Le sottotrame. Sono probabilmente il fattore piu' complesso di questo libro, quelle che si faticano a seguire. Sono davvero tante, alcune meno chiare di altro, ma e' incredibile come lo scrittore sia riuscito a far combaciare il tutto nel finale, a dare una risposta (su QUASI tutti i punti) durante la convergenza di Raraku. Seguire il libro non e' stato facile, i punti da tenere a mente sono stati tanti, ma ormai arrivato al quarto libro il lettore ci si abitua!
Punto numero cinque. Cotillon. Non so proprio cosa pensare di lui, in alcuni punti sembra essere molto piu' vicino ad un essere umano che ad un ascendente, sembra provare compassione ed agire a fin di bene, ma da altri punti di vista sembra essere il classico "burattinaio" che, con il suo amico Trono d'Ombra, cela trame e sottotrame, sfruttando altre persone per raggiungere i suoi scopi. (Qui l'abbiamo visto contrastare Bidithal e, indirettamente, il Dio Storpio nel prendersi il frammento dell'Emurlahn, ma la mano ad agire e' stata quella di Kalam). Insomma, prosso a pieni voti anche lui.
Infine, non posso fare a meno di parlare, ancora una volta, di coloro che piu' mi hanno sconvolto emotivamente negli ultimi mesi: gli Arsori di Ponti. L'abbraccio finale tra Ben, Kalam e Fiddler mi ha toccato profondamente, cosi' come le loro reazioni quando sono venuti a sapere di Whiskeyjack. Ora non so cosa succedera', alcuni Arsori sono ancora in vita, ma da qualche parte ho letto che in questo romanzo sono state poste le basi per la nascita dei Bonehunters, d'altronde la canzone Tanno parlava anche della loro rinascita, insomma ho tanti dubbi sul futuro di questi personaggi, che sicuramente ricopriranno sempre un posto nel cuore.
Ora mi appresto ad iniziare una pausa forzata, e sinceramente non so quanto durera', ma presuppongo che massimo due settimane e apriro' Maree. Come sempre.
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