Silchas Ruin è rimasto sepolto millenni dentro l'Azath di Letheras, quindi non puoi pretendere che in pochi mesi abbia accesso massimo alla sua forza
Tieni conto che affronta Trull Sengar asceso come cavaliere dell'Ombra, maestro di lancia e guerriero formidabile; lo stesso guerriero che ha tenuto, seppur a difficoltà, l'invincibile Icarium in modalità berserk.
Quindi siamo d'accordo che non abbia fatto una bella figura, ma l'avversario opposto a lui non era il primo scemo che passava di lì
Riguardo l'idea di farsi pugnalare, in verità qui si possono fare molte illazioni:
la prima è che Padre Ombra abbia avuto la furbizia e l'agilità di precedere il suo collega Andi, relegandolo nella casa e prendendo il controllo totale dei pochi Andi sopravvissuti al massacro; una seconda possibilità è che Ruin volesse fare quello che poi ha compiuto Scara Bandaris, ma desistette perché ha dato credito a sue previsioni (poi indovinate) in cui ulteriori forze si sarebbero opposte in risposta al loro tentativo di espandersi e colonizzare altri luoghi.
Tali forze puoi identificarle con la profonda depressione degli Andi (rileggi lo scambio tra Rake e Kilmandaros nel prologo) e, probabilmente, con l'accrescersi di tensione verso Rake, leader che avrebbe fatto scelte e diverse e molto probabilmente condotto ad una spaccatura tra gli Andi stessi.
Diciamo che è stato un codardo particolarmente furbo: so che il mio "alleato" Scara Bandaris attende il momento giusto per tradire e sono a conoscenza del fatto che non sia capace di fronteggiare il futuro degli Andi, indi per cui mi tolgo di mezzo con una prigionia forzata dall'altro.
Te allora mi chiederai: perché non fuggire, molto semplicemente?
Ecco, Rake è un individuo molto onorevole e mosso da moventi nobili, quindi mai avrebbe accettato che un suo fratello di sangue si tirasse indietro in questo modo di fronte al forte senso di responsabilità.
Quale modo migliore di abbandonare il palcoscenico, se non attraverso un tradimento - per di più veritiero - perpetrato da un altro?
Riguardo la questione del Dio Storpio: non è descritto con esattezza la posizione geografica dell'isoletta comandata da lui.
Appena Karsa taglia il braccio a Rhulad, mi sembra che Samara Dev scateni gli spiriti nel pugnale capeggiati dall'intelligente Quru Kan.
Gli spiriti costruiscono loro stessi il varco verso la manifestazione di un frammento del caos in cui lo Storpio stesso risiede.
Come ogni altro canale, anche quello dello Storpio immagino abbia una sua manifestazione concreta dal punto di vista proprio geografico, nonostante la divinità sia spezzata e divisa in più parti per ridimensionarne gli sconfinati poteri.
Come hai potuto osservare, l'isoletta è davvero piccola e lo Storpio manco c'ha così tanto controllo su coloro che la frequentano: Whital si scaglia sulla sua tenda, alla fine del quinto, con disarmante facilità; Karsa Orlong gli rifiuta in faccia il suo ruolo di Cavaliere delle Catene e si allontana.
Lo Storpio ha la capacità di "convocare", ma i suoi poteri non godono di continuità e costanza. Quindi tale isoletta va intesa come flebile manifestazione dei suoi poteri, i quali comunque permangono anche dopo gli svariati incatenamenti che subisce.
Storie d'amore: le trovo abbastanza banali e poco approfondite.
Quella di Seren Pedac e Trull Sengar è davvero rabberciata alla bell'e meglio; l'altra di Korlat e Whiskeyjack è già costruita un attimino meglio, ma anche in questo caso l'amore è inteso come postulato e non ci sono particolari guizzi nella loro storia.
L'unica storia d'amore che ho trovato costruita bene, seppur non sia originale, è quella tra l'inebetito Cutter e la dolce Dolente.
La costruzione dei due personaggi è coerente; l'evoluzione della storia d'amore gode di realismo se contestualizzata ai soggetti che la vivono: due ragazzini spaesati.
Edited by Carsit - 6/7/2017, 09:48