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| Sisi, la triplice metafora l'ho proprio letta come hai fatto te qui sopra; altre interpretazioni non mi sono venute in mente, anche perché di quel contesto, come detto, non verrà ripreso più nulla (almeno nella saga).
Unica riflessione che mi sento di dire è che il tempo consta di tre forme che non sono a compartimenti separati e incomunicabili tra loro, bensì risulta un continuum in continua evoluzione. Iskar Jarak, difatti, con questo suo titolo, quasi conferma come la propria vita, la morte e successivo lascito - non vado oltre con le anticipazioni - sono tra loro legati e mai bisogna soffermarsi al singolo dettaglio, ma abbracciare una panoramica il più possibile complessa (per quanto incerta). Magari sono solamente mie illazioni gratuite; per il resto, dico sul serio, la comprensione tua penso sia sufficiente.
Hai notato il simbolismo "mirato" che non lascia adito a dubbi?
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