CITAZIONE (Carsit @ 2/7/2018, 18:27)
...
Posso credere che l'intenzione di Simmons fosse l'opera unica, ma non mi si venga a dire che la comprensione dell'universo creato sia accessibile con la lettura di questo singolo tomo.
(Ovviamente il tono è placido, non sono arrabbiato .)
L'intenzione era quella a meno che lui abbia raccontato frottole ai tempi.
Ma non hai finito il libro non puoi giudicare sulla comprensione dell'universo creato, a quello son più dedicati gli ultimi due racconti.
Porcamiseria dividimi la Gioconda in due, va be quadro a caso Hyperion non è cmq la Gioconda, e poi vedendone una parte mi dici manca di profondità è incompleto e bla bla ...
Il worldbuilding invece è una delle cose meglio riuscite a mio avviso del libro, e giudicato anche in base allo stile di questo, l'espansione terrestre e i vari mondi, l'organizzazione con le varie caratteristiche e l'isolazionismo che hanno preso le varie nazioni/etnie/sette etc una volta sul loro bel pianetino e abbandonata la terra, nella quale invece si puntava, e si doveva farlo ovviamente, sulla socialità e integrazione.
CITAZIONE (Carsit @ 2/7/2018, 18:27)
Come ho detto da altre parti, mi sembra più ascrivibile a un ottimo esperimento letterario che omaggia la fantascienza e spazia su più registri e tematiche per ravvivare la forza immaginifica intrinseca a un genere comunque importante.
No
Non è assolutamente un esperimento, non ha nulla per esserlo, e non serviva affatto Simmons per ravvivare il sense of wonder della sf di quegli anni, tanto è vero che le citazioni ad altri autori e opere sono palesi, ad esempio nel penultimo racconto, quello della tipa e del "Keats" per intenderci, i rimandi e l'omaggio al cyberpunk e a Gibson è stra-evidente, oppure alla space opera dell'ultimo racconto, alle analisi sul futuro della chiesa e delle religioni presenti in tanta sf nel racconto del prete etc
CITAZIONE (Carsit @ 2/7/2018, 18:27)
Da quel punto di vista "Hyperion" è ottimo; come romanzo, come opera a sé, non lo è troppo.
Se dici che è ottimo come romanzo lo è pure come opera, perché un romanzo di genere quello è e basta.
Guarda che strano, come opera a se è stato premiato con l'Hugo e un altro premio che non mi risulta sia il nebula ma posso sbagliarmi, e se pure l'Hugo negli ultimi anni si sia svalutato secondo alcuni, i riconoscimenti dati non sono quasi mai totalmente criticabili in negativo.
E basta con sta storia del monco il primo volume o vi porto una pletora di titoli con finale aperto ma ve ne ho già dato un esempio, ma pure Malazan in parte, e cosi ogni buona opera non è mai completamente finita, alcune lo sono di più altre lasciano il "e vissero felici e contenti", tante in particolar modo sono più aperte ma hanno soddisfatto l'intento del libro e dell'autore, è una moda commerciale il fare seguiti, e capisco bene ogni autore che la attua in quanto farei la medesima cosa, meglio che ci pensi subito l'autore che tanto se non li fa lui i seguiti ci pensano ugualmente i figli, o chissà chi ne prende i diritti, a farne danni e guadagni.
CITAZIONE (Carsit @ 2/7/2018, 18:27)
Ribadisco, sempre che ce ne sia il bisogno, che l'autore è competente, preparato e sa scrivere di mestiere: l'opera è interessante e gli spunti sono troppi affinché possano essere circoscritti in uno spazio piccolo. Quindi ben vengano i tre seguiti che, come detto qui, abbandonano l'impostazione a racconti e si tramutano in romanzi a tutto tondo (scelta corretta).
No anche qui, vi stanno rovinando tutte ste merdate di trilogie e decalogie e porcamiseria non sapete più giudicare un romanzo che vi lascia in sospeso.
Certo, ma è anche inutile dirlo cavolo, che il finale non è un finale ma si interrompe sul più bello, e proprio per quello e dopo aver esaurito i suoi intenti e il suo scopo, a mio avviso è un ottimo finale.
Io perlomeno non ho mai sentito il bisogno pressante di leggerne seguiti, ma siamo lettori differenti evviva le differenze se però non mi si dice che sia un romanzo monco.
Può anche essere stata una furbata di Simmons che aveva già in testa i seguiti e nel caso ha comunque fatto bene a finirlo cosi.
Il punto è che Simmons non è mai stato uno scrittore di sola fantascienza, se ben ricordo non vuole nemmeno essere definito cosi, in Hyperion la usa e come in altre sue opere sf dimostra di conoscerla assai bene, ma fa un po quel che gli pare e dato che è quel che è, e quindi anche un signor conoscitore di tanti generi e letteratura, lui prende spunto sulla struttura da altri libri, prende e mischia generi diversi, stili e costruzioni delle frasi differenti e usa il tutto per osservare e dire la sua della realtà, o semplicemente criticare quel che gli sta sulle palle, e diciamolo.
Lo stile ... ok, ma che palle però mi sembrava evidente e non sono mai entrato in merito.
Premetto che Simmons non è mai stato tra i miei autori preferiti proprio per il suo stile e alcuni suoi difetti, ma nonostante questo io il libro continuo a ritenerlo ottimo, quindi ovviamente per ragioni differenti dallo "stile", ma lo rileggerò prima o poi e vedrò meglio.
Insomma lo stile ... se dobbiamo giudicare solo dallo stile Hyperion probabilmente non ne uscirebbe cosi bene.
Simmons è
sempre stato prolisso, anche quando ha scritto romanzi più di azione o horror si è sempre, diciamo, lasciato troppo andare, e proprio questo intendevo quando parlavo di scrittura semplice e fluida nella chat, ma non sono stato capito, il non complicare l'immedesimazione del lettore con notizie inutili oppure con troppe notizie e parole scritte.
Ad esempio, se riesco a darne un idea ma non sono un esperto di scrittura come si deve.
Scrivere:
"Pippo camminava in una chiara mattina d'estate verso la villetta del suo amico Topolino, con le mani in tasca canticchiando allegramente tra se un motivetto stupido" Oppure:
"Pippo camminava in una chiara e assolata mattina d'estate sulla strada verso la villetta del suo amico Topolino che lo attendeva impaziente, teneva le mani in tasca e canticchiava tra se, felice e spensierato, l'ultimo motivetto alla moda che descriveva le peripezie di un oca con la coda di cavallo che voleva diventare scienziata di fisica teorica" Non è la medesima cosa per il lettore, sia pure scrittura semplice in entrambi i casi la seconda è troppo "complicata"
Ma in Hyperion non è proprio quello il problema, o cmq non solo, come detto sopra ha cercato di usare stili e generi differenti e quindi anche tecniche differenti e questo può sembrare strano e di certo va a sfavore di una maggiore immersività, specie per chi non coglie cmq i vari tentativi e generi, o l'intento dello scrittore, o le varie citazioni o almeno l'intendere che l'autore stia citando e omaggiando e si stia cmq ispirando ad altro.
Nella totalità del libro a me questa cosa era parsa ben riuscita, l'idea in se e le idee presenti mi erano sembrate molto ben riuscite, la costruzione del libro e anche il finale mi erano sembrati molto ben riusciti e quindi alla fin fine un ottimo libro, ma quasi 30 anni fa ero un lettore differente, ripeto appena ho tempo cercherò di rileggerlo con tutti i seguiti.
Ma a quanto pare dato che cmq è osannato da più parti non sbaglio e non sbagliavo totalmente, non è tra i miei preferiti in assoluto cosi come non lo è Simmons tra gli autori, ad esempio "Un cantico per Leibowitz" per restare su quello che citavo a inizi discussioni e chissà perché ho in parte associato a "Hyperion" lo ritengo superiore, ma Hyperion imho è un gran bel libro, senza se e senza ma e pure cosi come è senza seguiti.