Malazan Italia Forum

Capitolo 1

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view post Posted on 24/11/2019, 16:12     +1   +1   -1
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Ringrazio Claudia,trovate tutti i riassunti nel suo Blog

CAPITOLO PRIMO
Isola di Malaz
Città di Malaz


Temper


Temper è sulla camminata del muro di cinta della Roccaforte di Mock per il suo turno di guardia, oltre il parapetto osserva il mare davanti al porto e il cutter imperiale ancorato lì da tre giorni.


L’agitazione si era diffusa in città al suo arrivo, ma la cosa non lo stupiva, infatti l'ultima volta che una nave Imperiale era giunta a Malaz era stato a causa dell'editto contro la magia e ne erano seguiti rastrellamenti, rivolte e incendi durati giorni.
Questa volta invece le lance trasportava qualcun altro: cappucci e mantelli neri di foggia pregiata, stivali scuri e guanti. Un Pugno e il suo entourage, sicuramente Artigli.
Nei giorni successivi all’approdo del cutter Temper aveva sentito voci contraddittorie circolare, c’era chi diceva che gli ufficiali fossero giunti per rafforzare la guarnigione locale, chi ipotizzava fossero diretti al fronte a Korel, o in fuga da esso dopo una sconfitta; un pescatore aveva addirittura suggerito che tra loro vi fosse l'Imperatore stesso tornato a reclamare il trono.
Temper sperava solo che non fossero lì per lui.


Artigli... Al solo pensiero l’uomo storce la bocca dal disgusto.


Lui era la a Sette Città la notte che presero Ubaryd, lui, Point e Dassem erano arrivati agli appartamenti della Santa* e l'avevano trovata legata ad una sedia, occhi e lingua strappati, e tre Artigli armati di coltello che giocavano con le sue carni. Dassem era accorso senza esitare e aveva decapitato la donna con un solo colpo risparmiandole altre torture.
Artigli... Puah


Terminato il suo turno di guardia Temper rientra alla sala comune. Larkin, unico altro veterano, sta come al solito tenendo banco tra i soldati raccontando le sue avventure eroiche risalenti ai tempi della Foresta del Cane Nero e del suo presunto scontro con la Guardia Cremisi. Temper sa che sono tutte frottole ma non lo ha mai fatto notare, correrebbe il rischio di dover rispondere a domande scomode sul suo passato e non vuole farlo; anche a costo di suscitare dubbi e guadagnarsi antipatie.
Questa volta però evitare Larkin è più arduo del solito. Il veterano si è messo a raccontare le sue storie seduto sul mantello di Temper e rifiuta la richiesta di spostarsi accampando futili scuse e provocandolo tanto da costringerlo ad usare le maniere forti. Durante lo scontro Temper disarma Larkin e lo neutralizza con tanta maestria da impressionare tutti i presenti. Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto mettere l'uomo al suo posto, ma aveva sperato di riuscire a farlo in modo discreto, ora invece gli occhi dei suoi commilitoni sono puntati su di lui.


*The Holy One della città di Ubaryd, non verrà più nominata in questo libro


Kiska


Kiska è nel porto, nascosta da sguardi indiscreti osserva i marinai del cutter imperiale intenti a lavorare intorno alla nave appena attraccata, ma qualcosa non torna.
I compiti eseguiti sono quelli giusti, il problema sta nel come, nessuno degli operai si lamenta, nessuno sgattaiola via prima per evitare il lavoro, nessuno sembra eccitato all'idea di passare una notte a terra.
Non sono semplici marinai.
Il gruppo di uomini di riposo sul ponte, una Mano, sta chiaramente fingendo di essere lì solo per rilassarsi, si mostrano indifferenti, ma Kiska riconosce le posa e gli sguardi, stanno tutti controllando i moli. Chiunque sia a bordo di quella nave deve essere importante se l'intera ciurma è stata sostituita da guardie addestrate.
Sette figure incappucciate scendono a terra e si incamminano per la via che dal porto risale la collina, Kiska decide di seguirli. Sei di loro tolgono i mantelli rivelando abiti di buona fattura ma non particolarmente eleganti o raffinati e per un attimo l'entusiasmo della ragazza si smorza. Ad un certo punto però la settima figura, bassa e ancora ancora incappucciata, fa un lieve gesto con la mano, in risposta gli altri sei si dispongono tutt'attorno in formazione. Un solo ufficiale, con ben sei guardie! Deve essere molto importante, forse persino un Pugno.
Di tetto in tetto Kiska continua a seguirli finchè, silenzioso come un gatto, un uomo la sorprende alle spalle, ha abiti scuri, pelle nero blu tipica dei Napan, al petto il simbolo argentato degli Artigli.
Kiska cerca di giustificarsi, di assicurargli che non ha intenzioni ostili, ma l'uomo non è per nulla preoccupato, anzi rimane impassibile scrutandola con aria di superiorità. La ragazza trova il coraggio di chiedergli un'udienza con l'ufficiale. Kiska vuole offrire i suoi servigi, sono anni che si addestra ed è convinta di avere la stoffa per diventare Artiglio
In risposta alla sua richiesta l'uomo le dice di rivolgersi al capitano locale, poi, sogghignando, si lancia dal tetto svanendo nel nulla.


Temper


La donna e il suo seguito, uno volta sbarcati, hanno preso possesso dei tre piani superiori del forte, costringendo il povero Capitano Pell a trasferirsi nell'armeria. Da quando sono sbarcati alle guardie è toccato fare turni doppi, ma nonostante questo i cortili del forte sono tranquilli, quasi più desolati del solito.
Temper, a differenza della maggior parte dei soldati alla fortezza, non vive nelle baracche della guarnigione, ha preferito prendersi un posticino tutto per sé in città, ed è proprio lì che sta andando.
Giunto al cancello principale Lubben, il guardiano, gli da l'altolà, le uscite sono chiuse per la notte. L'uomo, cieco da un occhio e abbastanza grosso nonostante la gobba, cerca di avvertirlo di qualcosa, sia con un gesto malcelato, sia parlandogli freddamente nonostante i due siano abbastanza amici, ma Temper non coglie in tempo l’avvertimento e dall'ombra della gardiola spunta un uomo, un Artiglio, mantello nero, cappuccio e tutto il resto.
Il sicario interroga Temper, squadrandolo da capo a piedi. Temper raggela, l'ultima volta che era stato così vicino ad uno di loro risale a più di un anno prima, e l'Artiglio stava cercando di ucciderlo, ora si rende conto che nell’anno trascorso si è rammollito. Per fortuna l'assassino accetta la sua spiegazione e lo lascia scendere in città prima di ordinare al guardiano di chiudere i cancelli per la notte.
Dall'alto del promontorio del forte, Temper osserva la città, il porto con i suoi magazzini ormai quasi abbandonati. Durante i primi anni dell'Impero, la cui espansione era partita proprio da questa isola, che gli da il nome, la città di Malaz aveva visto un periodo di fiorente commercio, ma ormai, con l'espansione dei confini del regno e con Unta divenuta la nuova capitale, questa sembra sempre più sulla via di diventare una città fantasma. Forse il processo potrebbe essere invertito se la guerra a Korel dovesse portare a nuove conquiste, ma le voci che arrivano dal fronte non lasciano ben supporre.
In alto, sopra la città e la baia del porto, nere nubi temporalesche si stanno addensando, qui a Malaz le superstizioni vogliono che le tempeste di ghiaccio che colpiscono durante i lunghi inverni siano create dagli Stormrider stessi, o così dicono.
Temper si avvia lungo la strada tortuosa che scende la scogliera dalla quale la Fortezza di Mock sovrasta la città, diretto alla taverna dell'Uomo Impiccato, una lieve e gelida pioggerella comincia a scendere, la serata perfetta per un bicchierino.


Kiska


Seguendo il consiglio dell’Artiglio incontrato sul tetto, Kiska si reca al forte per offrire i suoi servigi agli Imperiali in visita. È vero, non ha accesso ai canali magici, ne ha studiato nelle scuole rinomate della capitale, ma zia Agayla, che l'ha addestrata per anni nelle arti dello spionaggio, ha ammesso che lei ha un talento naturale per certe cose. Forse non sa ancora molto del mondo, ma conosce quest'isola meglio di chiunque altro, ogni vicolo ed ogni tetto, ogni casa, ogni porta, ogni persona rilevante, dal capitano Pell ai ladri che lavorano per Spender giù al porto, persino i pirati di Jakatan che ogni tanto prendono di mira le poche navi commerciali lungo le coste.
Il capitano al forte, quando era andata a fare domanda tempo prima, le aveva assicurato che sarebbe stato lieto di assumerla come spia in città, ma non ne aveva l'autorità.
Ora erano giunti poteri più alti, e lei aveva intenzione di dimostrare quanto valeva.
Arrivata al forte, in cima alla stradina che s'inerpica fino alle porte principali, invece del vecchio Lubben, trova un Artiglio di guardia, senza esitare si fa avanti e offre i suoi servigi all'impero, ma viene mandata via, quasi derisa, come una mocciosa qualunque.
Kiska è testarda, la rabbia e l'umiliazione la fanno infuriare ma non ha intenzione di demordere, dimostrerà loro di cosa è capace.
L'ultima volta che gli Imperiali erano giunti a Malaz era stato a seguito dell'editto contro la magia e, nonostante lei volesse, anche in quel caso, trovare l'opportunità per unirsi a loro, zia Agayla l'aveva tenuta chiusa in casa impedendoglielo.
Forse la donna aveva fatto bene, quando il giorno dopo Kiska si era messa ad esplorare la città aveva visto i segni di incendi e violenze tremendi la cosa l’aveva spaventata, ma questa volta nulla le avrebbe impedito di raggiungere il suo obiettivo, le era stata data una seconda chance ed era disposta a tutto pur di riuscire.
Sempre più determinata torna al porto a tenere d'occhio la nave.
Del movimento sul ponte attira la sua attenzione, tre marinai dall’aria sospetta, al di sotto delle loro mantelle di cuoio impermeabile saranno certamente nascoste balestre d'ordinanza da Artigli, proprio come quella che è riuscita ad avere lei dopo non poche fatiche.
Un quarto uomo con cappello di pelliccia e baffi tipici delle tribù Seti raggiunge i tre marinai e comincia a dirigersi verso il molo. Infine un quinto personaggio emerge da sotto coperta, il cappuccio nero non le impedisce di distinguere un volto affilato color del mogano e il luccichio di una testa calva.
Il Seti comunica brevemente a gesti con le guardie, una versione modificata del linguaggio inventato dalla Marina, Kiska lo sa riconoscere, ma non ha ancora trovato qualcuno che possa insegnarglielo.
Il gruppo si avvia lungo la strada e la ragazza decide di lasciargli un po di vantaggio, questa è la sua città e lei ha sempre avuto un sesto senso per indovinare il percorso dei suoi obiettivi.
Dai barili poco più avanti sbuca furtivo un uomo coperto da un mantello grigio che, dopo essersi guardato brevemente intorno, si avvia con noncuranza dietro al gruppo.
Kiska aveva controllato l'area poco prima, non c'era nessuno nascosto tra la merce, l'uomo doveva essere giunto lì attraverso un Canale.
È un'altra guardia? No, non era sceso dalla nave e poi perché avrebbe dovuto spiare i suoi? Nell'incertezza Kiska lo avrebbe considerato un nemico.
La presenza di quell’uomo è un'informazione importante, la ragazza sa che dovrebbe fare rapporto al Forte, ma l'idea di avere ancora a che fare con quell'Artiglio saccente, dopo il trattamento subito, era troppo da sopportare, avrebbe continuato ad osservare.
Presumendo che l'uomo in grigio stia seguendo il suo stesso obiettivo, Kiska decide di tallonarlo.


Temper


Temper cammina per le vie di Malaz diretto alla locanda dell'Uomo Impiccato, la notte non è ancora scesa del tutto ma le nere nubi e la cortina di pioggia rabbuiano l'atmosfera.
La città è insolitamente deserta, incontra solo Rengel, un vecchio Marine alcolizzato ormai in congedo, l'uomo è impegnato a chiudere e controllare le imposte della sua abitazione e Temper si ferma a scambiare qualche parola.
Il vecchio lo rimprovera per essere in giro in una notte come quella e, quando il soldato sottolinea che la tempesta non sembra particolarmente brutta, l'altro gli dice che è perchè quella è la notte della Luna d'Ombra.
Temper chiede spiegazioni, lui è originario di Itko Kan, e non ha mai sentito parlare di una cosa del genere.
Il vecchio lo accontenta. La luna d’ombra, dice, è un evento che si verifica di rado, tre volte negli ultimi cinquant'anni. Lui si ricorda bene di quella notte maledetta. Il pozzo dell'Ombra si spalanca, spiriti dannati ne sgusciano fuori e al loro posto anime fresche restano intrappolate. Era solo un ragazzo quando accadde, ma ricorda di essersi barricato in casa e di aver tremato sentendo gli ululati dei demoni a caccia di anime.
Il vecchio chiede a Temper se sa qualcosa della profezia del "ritorno" ma il soldato può solo tirare ad indovinare, probabilmente ha a che fare con il nuovo culto di Kellanved, il fondatore dell'Impero Malazan, oramai sparito da anni.
Il vecchio lo congeda con la raccomandazione di stare lontano dai maghi quella notte, sono loro le vittime preferite dei demoni. Temper annuisce e prima di andarsene nota sulla porta chiusa della casa di Rengel uno strano simbolo disegnato col gesso.
Le raccomandazioni del vecchio risultano superflue, vista la pioggia gelida Temper non ha nessuna intenzione di restare a vagare per la città, già pregusta la birra che lo attende al suo tavolo preferito, vicino al camino, magari, se sarà fortunato, Corrin si farà vedere.
Appena prima di raggiungere la locanda l’uomo si ritrova a fissare la fatiscente casa abbandonata, conosciuta con il nome la ‘Dimora Fantasma’, la gente la teme, dicono sia infestata, affermano che chi vi si avvicina sovente scompare. Le leggende vogliono che, prima della fondazione dell'Impero, la casa fosse abitata Kellanved e dal suo braccio destro Dancer, insieme a Dassem e all'attuale Reggente Surly.
Giunto alla taverna Temper trova due uomini fermi sotto la pioggia appena fuori dalla porta, l'aria marziale non lascia dubbi, soldati di guardia, strano.
Una volta dentro scopre che le stranezze non sono finite, la sala è molto più affollata del solito, gente giovane e dall'aria indurita, al suo ingresso il vocio si abbassa ma nessuno lo fissa apertamente, anzi, sembrano evitare il suo sguardo.
Temper si dirige al suo solito posto ma lo trova occupato da un energumeno coperto di cicatrici, in armatura di cuoio che parla a bassa voce con un altro tizio in tunica.
Coop, il locandiere lo conduce ad un altro tavolo e si siede con lui offrendogli una birra.
Entrambi sono d'accordo sulla singolarità degli avventori e dalla loro pacatezza, in altre circostanze, in una locanda così affollata, sarebbero facilmente scoppiate risse.
In effetti, poco dopo, qualcuno prende ad infastidire Anji, la cameriera, ma appena gli avventori iniziano ad agitarsi, l'uomo coperto di cicatrici si alza e con una singola occhiata intensa rimette tutti al loro posto. Temper ne approfitta per osservare meglio sia lui sia il suo compare, tra le cicatrici sul volto c'è anche un'ampia ustione, tipica dei bruciatori Moranth, al braccio dell'altro si intravede un tatuaggio, un ponte avvolto dalle fiamme, sono due Arsori di Ponti!
Come prima reazione Temper si raggela, e se lo riconoscessero? Ma le probabilità che si siano già incontrati sono abbastanza basse, tornato calmo inizia a desiderare di poter rivangare assieme i ricordi dei bei vecchi tempi.
Ma cosa ci fanno qui due Arsori di Ponti? Dei veterani come quelli, dopo una vita nelle armi e numerose imprese eroiche alle spalle, difficilmente si sono rassegnati ad una vita da civili dopo che la Reggente Surly ha dimesso la loro compagnia. È molto più probabile che si siano uniti ai pirati a Jakatan e che con l'intera ciurma siano venuti a nascondersi nella taverna in attesa che la tempesta si sgonfi.
Temper si guarda intorno mentre sorseggia la birra, anche quella sera Corrin non si fa vedere, oramai è una settimana che manca, forse se n'è andata e non ha ritenuto importante farglielo sapere. Era arrivata in città poco più di un mese prima, anche lei una veterana, insieme avevano passato delle piacevoli serate ad ubriacarsi, aveva ascoltato i suoi racconti di guerra, aveva iniziato a provare qualcosa per lei e aveva creduto di essere ricambiato, ma forse Corrin lo vedeva solo come quel soldato semplice che fingeva di essere.
L'atmosfera nella taverna è troppo caotica per Temper, per un attimo l’uomo pensa di andare a trovare Seal, ma l'ex medico militare a quell’ora sarà già obnubilato dalle sue medicine. Alla fine si alza e si trascina verso la porta di servizio e la scala che porta alla sua stanzetta, se non ricorda male c’è ancora una bottiglia di vino nascosta da qualche parte.
 
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