| Chissà se mi confonderò mai fra questo topic e quello di Forge of Darkness scrivendo considerazioni su un libro al posto dell'altro...
Vabbè, parlando di cose serie, c'è una cosa che vorrei aggiungere sul prologo. La scena iniziale, quella dello tsunami, son sempre più convinto che sia la caduta dello Storpio e la cosa mi dispiace perché, beh, avrei preferito un po' di pathos in più. Non so dire esattamente perché, ma mi sembra ingenerosa verso un evento così importante. Ma in generale nel leggere Stonewielder, rispetto a Forge of Darkness, mi sembra che il tutto sia narrato con minor epicità. E forse ci sta pure, però boh...
Capitolo uno
Epigrafi e titoli dei libri interni finalmente comprensibili. Negli ultimi libri di Erikson li ho trovati un po' troppo criptici per i miei gusti e mi fa piacere ritrovarne qualcuno semplice, facilmente ricollegabile alla storia narrata. Parliamo ad esempio del pezzo di testo storico che compare prima del capitolo: è sensato, sembra davvero scritto da qualcuno del mondo di Malazan, ma ha una conclusione abbastanza ambigua da spingere il lettore ad arrovellarsi sul come si concluderà il tentativo di conquista di Korel senza rivelare troppo. Ad una prima lettura mi viene da pensare che quel riferimento al mare sia in realtà agli Stormrider, ma si vedrà... C'è poi il detto che apre il capitolo uno, sulla vecchiaia. Un riferimento ironicamente al contrario a Greyman o Agayla? Sono due vecchi, vero, ma sembrano aver ancora qualcosa da dire al mondo.
Ho notato che almeno in questo libro ad Esslemont piace molto usare i puntini sospensivi. In una sola pagina li ha usati ben otto volte!
Viene descritto meglio lo Stormwall. È decadente, sente il perso degli anni, pieno di crepe, non ci sono i fondi necessari per le riparazioni visto che se ne vanno tutti in carne fresca per la lotta con gli Stormrider. Ancora una volta, mi ricorda la Barriera di Martin con le sue torri abbandonate.
Compare una sacerdotessa di Dessembrae, probabilmente la letheri che incontra Viaggiatore nel libro precedente. Non ricordo bene la descrizione della tipa in RotCR ma la cosa per me ha senso. Mi fa piacere vedere ritornare questi personaggi minori.
La suora morta e la visita al convento mi sa tanto di mistero alla Il Nome della Rosa, e quindi il romanzo guadagna per me punti (sono un fan di Eco). Parlando di questo convento della Lady... è un tipo di istituzione religiosa molto tradizionale, pare, almeno superficialmente. Aggiunge un tocco di medioevo europeo classico ad un'ambientazione che è invece molto particolare. Parlando della morta... ipotizzo che fosse un'accolita in procinto di scappare e spifferare segreti sul suo culto, per questo uccisa/lasciata morire.
Rather ignorant here behind their wall. But then, that's hats happens when you raise walls Frase delle scene del mago Corlo che ho trovato particolarmente simpatica, ancor più significativa letta oggi, a più di dieci anni di distanza da quando è stata scritta. La situazione della Guardia Cremisi non mi è chiarissima, ma son contento di rivedere Iron Bars perché questa volta mi auguro che la sua presenza nei romanzi di Malazan sia effettivamente significativa e non solo di contorno. Se non me lo usano "bene" in questo libro mi incacchio.
Ritorna Kiska e la mia ancor più amata Agayla. Non sono sicuro di cosa provare di fronte alla rivelazione che è una servitrice della Regina dei Sogni (non che venga detto esplicitamente che sia lei la Queen in questione, però non vi vengono in mentre altri personaggi ricollegabili davvero a questo titolo in questo contesto). L'idea di Agayla come strega minore superstite alla purga mi piaceva, mentre ora sembra essere una persona con un certo potere. Non so, non sono super affascinato da personaggi potenti e legati così tanto alle divinità, ma non per questo dico che il personaggio sia stato "rovinato".
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